All’inizio del XIX sec. la popolazione del Caucaso, la sua lingua, le religioni, le abitudini sociali erano pressoché sconosciute in Europa.
Solo a partire dal 1830 ricercatori russi, tedeschi e francesi si sono dedicati allo studio dei Caucasici.
Queste, forse, le ragioni per cui, ancora oggi, i tappeti provenienti dal Caucaso non hanno raggiunto quella notorietà che è facile riscontrare in tappeti di altre provenienze.
Questa, a mio giudizio, è anche la loro “fortuna” !
Sì, fortuna, perché questa relativa indifferenza da parte dei mercati occidentali ha preservato fino ai giorni nostri, alla seconda metà del XX sec., l’originalità espressiva di queste incredibili opere, mantenendone anche l’elevata valenza artistica.
I tappeti caucasici non rappresentano una rarità, ma una creazione individuale unica: non ce n’è uno uguale all’altro.
Le popolazioni caucasiche, a differenza di quelle persiane, cinesi, turche e indiane si dotarono di manifatture organizzate molto tardi e in numero limitato.
In sostanza annodavano i tappeti a memoria per il proprio fabbisogno, rispettando la tradizione e i modelli espressivi delle proprie tribù. I disegni suggestivi erano prevalentemente lineari e geometrici e i colori variopinti.
Ne è scaturita un’arte multiforme ed istintiva, che tanto entusiasma sempre più gli esperti e gli amatori, compreso il sottoscritto.
Proprio perché sono compiuti in se stessi, questi tappeti, non sottostanno alle mode e alle regole del mercato, e si inseriscono così armoniosamente nelle nostre case, siano esse arredate con mobili antichi o moderni, conferendo lustro e calore, anche attraverso i “meravigliosi errori” e le irregolarità del tessuto.
Un nomade caucasico non aveva quasi mai a disposizione lana di qualità assolutamente omogenea e sempre dello stesso colore, aveva però sempre il desiderio di annodare il tappeto con tutta la fantasia e l’accuratezza possibili.
Grazie allo sforzo di catalogazione e analisi realizzato nella prima metà del XX sec. da alcuni studiosi tedeschi e americani, è oggi possibile provare a distinguere tra loro i tappeti caucasici.
Va sottolineato, però, che il criterio normalmente utilizzato, basandosi sui luoghi di produzione e più raramente sulle tribù per la complessa mescolanza dei popoli nel Caucaso, non garantisce una attribuzione finale certa ed univoca.
TIPOLOGIE DEI TAPPETI CAUCASICI
KAZAK
Sembra che l’origine etimologica del nome provenga dal termine Kajiaki (Cosacchi).
Tappeti di grande personalità, concepiti al di fuori di ogni regola rigidamente stilistica e di ricerca della precisione, agli antipodi, per esempio, di quelle che caratterizzano i tappeti di manifattura urbana.
Tipico esempio di tappeti annodati sugli altopiani e montagne, con vello alto, a volte perfino scomposto al fine di trattenere il calore.
La densità dei nodi è media e, talvolta, grossa.
I motivi sono caratterizzati da grandi ornamenti geometrici, non di rado un po’ grossolani.
I disegni appaiono spesso vigorosi e fin quasi “aggressivi” .
Tra i tipi più famosi e ricercati si trovano:
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Bordjialu
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Fachralo
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Karaciof
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Lambalo
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Lori-Pambak
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Pinweel o a svastica
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a Poligoni uncinati
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a Preghiera
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a Riquadri
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a Scudo
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Sewan
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Shikli
KARABAGH
Il significato letterale è “giardino nero”; questi tappeti provengono dall’omonima regione del Nagorny-Karabagh.
Hanno normalmente un vello più basso dei Kazak, come pure l’annodatura risulta essere più fine.
I colori sono spesso caratterizzati dai vari toni del rosso, tra i quali è prevalente l’uso del rosso cocciniglia (Porphyrophora Hamelii) e dell’azzurro.
Tra i tipi più famosi e ricercati si trovano:
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Ciondzoresk o a nuvole
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Celaberd o ad aquile
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a Fiori o alla francese
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Goradis o a scorpioni
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a Preghiera
GHENDJE
I tappeti provenienti dall’omonima regione di Ghendje non hanno una tipologia specifica particolarmente omogenea, hanno annodatura sia grossolana, sia fine e spesso assomigliano ai Kazak.
Le lane utilizzate sono lucide ed elastiche come quelle dei Kazak, ma l’annodatura risulta più fine e la rasatura più bassa.
I colori utilizzati sono più numerosi e con toni pastello tenui e caldi, con similitudine di scala cromatica ai Karabagh.
Tra i tipi più famosi e ricercati si trovano:
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Botaly o a boteh
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a Fasce diagonali
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a Preghiera
TALISH
La caratteristica dei tappeti provenienti dall’omonimo territorio dei Talish è la straordinaria precisione dell’esecuzione, anche se venivano annodati a memoria.
Il vello è piuttosto alto e la lana è generalmente lucente.
Frequente è il motivo caratterizzato da un ampia bordura composta da almeno 4 cornici secondarie e un campo centrale insolitamente lasciato libero e a monocolore.
LENKORAN o a GRANCHI
Prendono il nome dalla città omonima ubicata sulle rive del Mar Caspio.
Hanno lana sottile, elastica, ma vellutata.
I disegni sono di chiara ed arcaica ispirazione tribale, molto spesso caratterizzati da ottagoni circondati da residui motivi stilistici derivanti dagli antichi tappeti a draghi, che nel complesso appaiono ricordare appunto dei granchi.
I colori sono normalmente bruno cupo nel fondo e rosso robbia, bianco e blu acceso.
MOGAN
Questi tappeti provengono dalla steppa Muganskaja, dove i nomadi che li annodavano subivano l’influenza dei vicini territori di Ghendje, del Daghestan, di Talish e di Shirwan.
Le lane sono fini e seriche e l’annodatura è precisa.
La gamma cromatica è ricca di toni morbidi e, molto spesso si trova il giallo e il rosso cocciniglia.
I disegni più frequenti sono losanghe uncinate, stelle
CIAJLI
Questi tappeti provengono dall’omonimo villaggio situato nelle vicinanze della regione di Mogan.
Spesso li si trova tra il gruppo degli Shirwan per la loro finezza e la purezza del disegno.
Il disegno del campo è caratterizzato da grandi ottagoni squadrati, come i gol Ersari.
AKSTAFA
Tappeti fitti di simbologie e caratterizzati da grandi stelle a otto punte alternate da uccelli con grandi ali e animali totemici.
Annodati finemente e con un vello rasato basso, la loro reale origine è ancora dibattuta: da un lato si tende ad annoverarli tra gli Shirwan, dall’altro ad escluderli da tale attribuzione per la presenza nel distretto di Kazak proprio della Città di Akstafa.
SHIRWAN
Sono tra i pochi tappeti caucasici ad essere stati realizzati prevalentemente a fini commerciali e non personali.
Fin dal XVII sec., sotto il grande Scià persiano Abbas, operava nell’area di Scirwan una importante manifattura di corte.
Tappeti molto fini, dai motivi ricercati ed elaborati, possiedono una eterogeneità di disegni che ha spinto gli studiosi ad individuare i seguenti sottogruppi:
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Bidjov
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a Fiori
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Gubpa
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Marasali
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Surahani
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Tachte o a Trono
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a Uccelli
KUBA
Tra i più importanti centri di produzione dei tappeti caucasici, è caratterizzato da tappeti annodati con lane di alta qualità, rasati molto bassi e con la densità di nodi più fitta tra tutti i tappeti caucasici.
Tra i più conosciuti tappeti di quest’area ci sono:
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Alpan-Kuba
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Awshan
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Ci-Ci o Tchi-Tchi
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Karagashli
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Konaghend
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Perepedil o Prepedil
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a Preghiera
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Seichur o Zeichur
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Zeijwa
DAGHESTAN
Letteralmente “regione montuosa”, arriva fino alle rive del Mar Caspio, ha prodotto tappeti molto famosi nella versione a preghiera.
Molto frequente il fondo chiaro per l’utilizzo diffuso di lane bianche, l’annodatura era medio fine e il motivo era spesso a disegno floreale stilizzato (frequente il tulipano stilizzato – “motivo Lale”) posto all’interno di un reticolo a losanghe.
LESGHI
Facilmente riconoscibili per l’inconfondibile stella a otto raggi scalettati, con al centro un ottagono a forma di gol, sono tappeti che però possono trarre in difficoltà anche l’esperto più accreditato.
Questo motivo, infatti, a seguito dell’elevata mescolanza dei popoli nel Caucaso, è riscontrabile in differenti tipologie di tappeti caucasici, dagli Schirwan ai Kuba, dai Karabgh ai Derbent.