Il Kilim appartiene alla categoria dei tessuti piatti o tessuti piani; a differenza dei tappeti annodati, infatti, non hanno vello.
La tecnica di produzione più comune è conosciuta con il nome di Kilim a stacchi.
Il disegno è tessuto con la tecnica dell’arazzo in colori variopinti, ed è realizzato utilizzando unicamente i fili colorati della trama. Questi fili non vengono passati per l’intera larghezza del tappeto, ma soltanto fino al punto richiesto dal disegno, attorno al quale il filo della trama viene girato sul filo dell’ordito e riportato. Si formano così i tipici stacchi verticali che fanno pensare a dei comuni tagli.
Per ragioni tecniche, i disegni dei Kilim sono perciò costantemente geometrici in quanto il cambiamento del colore può avvenire solo orizzontalmente o in senso ortogonale rispetto all’ordito.
L’area con la più vasta, eclettica ed interessante produzione di Kilim è sicuramente l’Anatolia.
Altre importanti aree dove vengono annodati Kilim sono la Persia, il Caucaso, l’Asia centrale e i Balcani.
L’attribuzione dei Kilim, come per i tappeti annodati, avviene normalmente tramite la regione o la città di provenienza; questo, per semplicità, è anche il criterio seguito per i Kilim posti in vendita da Carpet Broker ed esposti nella Galleria di questo sito.
Per i Kilim anatolici, però, questo criterio non è sufficiente a spiegare come mai sia stato possibile trovare a grandissima distanza esemplari tra loro stilisticamente molto simili.
Per questo motivo, tra gli studiosi più competenti, si è andato diffondendo negli ultimi anni un nuovo criterio di attribuzione: la tribù.
Le numerose tribù si dividevano tra allevatori e coltivatori, nomadiche e stanziali, e avevano una distribuzione territoriale molto ampia.
I disegni, antichissimi, risalgono prevalentemente ad epoche preistoriche.
Ciò è chiaramente testimoniato dagli scavi archeologici delle città neolitiche di Hacilar e Catal Huyuk (5.750 – 5.100 a.C.), a sud di Konia, nelle quali furono scoperte alcune pitture murali rappresentanti tappezzerie appese a pareti, decorate con rappresentazioni della Dea Madre e altri simboli della fertilità, incredibilmente somiglianti ai motivi dei Kilim anatolici .
Nati da antichi culti sciamani, dal mito della madre terra, i motivi dei Kilim antichi trasmettono una sensazione di arcaicità e primordialità che, all’osservatore più attento, può far percepire il senso tipico degli elementi archetipi legati all’inconscio collettivo che è in ognuno di noi.
La tessitura dei Kilim anatolici, come già accennato, è un’arte prevalentemente tribale, legata quindi ad una società che, non possedendo altre importanti forme artistiche, aveva nel Kilim il mezzo più immediato per esprimere la propria cultura e, soprattutto, il forte sentimento di appartenenza che legava tra loro ogni membro della comunità tribale.
Per questo motivo i disegni tipici di un certo gruppo non venivano copiati da una tessitrice appartenente ad un’altra tribù.
La pura decorazione non rientrava infatti nella logica delle tessitrici e il nucleo chiuso della tribù rimane impermeabile a qualsiasi influenza esterna.
Questa uniformità di sviluppo ha reso molto difficile datare i Kilim; unica certezza è l’epoca di scomparsa di quest’arte.
Dai primi decenni del XX secolo in poi, svariate cause ne hanno decretato la fine.
Prima fra tutte. la distruzione della struttura sociale tribale che ha portato ad una totale perdita dei valori. Conseguentemente, per una tessitrice, certi simboli non avevano più significato.
I colori stessi, non più naturali, hanno perso vigore, i motivi iconografici hanno cominciato a rispondere allo stile dell’epoca e ad incontrare il gusto degli acquirenti.
E’ questo un passaggio fondamentale per cercare di comprendere meglio questi oggetti di arte tessile.
Il Kilim, infatti, era allo stesso tempo oggetto di uso e di culto.
Era tappeto, giaciglio, luogo di preghiera, tavolo, culla, armadio, paramento funebre, e via dicendo.
Questo si vuole intendere affermando che il Kilim non è più una forma d’arte: è semplicemente un manufatto destinato alla vendita.