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Tipico tappeto caucasico a preghiera Daghestan, dal nome della regione del Caucaso nord-orientale che si estende fino alle rive del Mar Caspio, con il caratteristico profilo pentagonale della nicchia “Mihrab” e il campo bianco avorio decorato con una grata esagonale contenente fiori stilizzati policromi.
Nei cantonali della nicchia si notano alcuni simboli: un acquamanile, a rappresentare non solo le rituali abluzioni per la purificazione del fedele prima delle cinque preghiere quotidiane, ma anche metafora dell’acqua sorgente di vita, e due pettini, antico e diffuso simbolo tribale della pioggia che scende dal cielo.
Vale infatti la pena ricordare che i tappeti a preghiera nascono per separare il fedele, intento nella preghiera quotidiana, dal contatto con il suolo impuro. Il tappeto svolgeva (e svolge ancora oggi) il ruolo importantissimo di protezione e separazione tra sacro e profano, e i suoi simboli richiamano spesso concetti legati a questo utilizzo. Da sottolineare, a questo riguardo, i cinque “denti” dei pettini visibili nei cantonali della “Mihrab”, chiaramente riconducibili ai numerosi valori simbolici conferiti dall’Islam al numero cinque: Allah e i quattro arcangeli, Maometto e i quattro califfi, i cinque obblighi rituali e le cinque sessioni quotidiane di preghiera “salat“.
Ritornando alla descrizione di questa antica preghiera caucasica, la sua tipica bordura principale su fondo rosso, ornata da motivi policromi a doppia “Z” di probabile origine zoomorfa, è affiancata da due cornici secondarie a fiori e da un orlo a “Medacyl” reciproco, azzurro e rosso, che cinge il campo come un fine merletto.
LETTERATURA:
ESEMPLARI SIMILI IN ASTA
Rippon Boswell – Wiesbaden 20 maggio 2006: lotto 120 Euro 9.000